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ToggleVi siete mai chiesti se sia possibile utilizzare le foglie di marijuana, oltre alle infiorescenze? Se sì avete fatto bene perché la pianta della cannabis sativa è un vegetale sostenibile al cento per cento e di cui non si butta via niente. Quello che fino a ieri probabilmente credevate essere gli “scarti” (le foglie) invece sono parti della pianta funzionali a molteplici usi nella vita quotidiana.
Se siete interessati ai possibili utilizzi delle foglie di Marijuana allora questo articolo fa al caso vostro.
Chiunque produca cannabis sia professionalmente, in un contesto di azienda agricola, sia per hobby, nel giardino di casa propria, dopo la fioritura passerà alla fase “di pulizia” della pianta dove le infiorescenze vengono separate accuratamente dalle foglie di canapa. Sia che lo si faccia mediante l’utilizzo di macchinari industriali sia che si utilizzino le più comuni forbicine, alla fine della potatura il fogliame in eccesso sarà una costante in questa fase di produzione, ed è sbagliato considerarlo materiale di scarto. Perché? Per il semplice fatto che le foglie di marijuana oltre a mantenere, appena tagliate, una discreta percentuale delle loro proprietà, possono essere convertite facilmente in prodotti di cosmesi e degli alimentari. Per cui fate attenzione a gettare le “fogliacce” in un grande sacco pronto per essere buttato nella spazzatura. Sappiate che le vie per il riutilizzo di queste foglie sono infinite.
Non tutte le foglie di maria hanno le stesse qualità e caratteristiche. Chi ha già potato una pianta avrà imparato a distinguere le cosiddette foglioline (sugar leaves in inglese) che crescono intorno alla pianta da quelle più slanciate, “a ventaglio”, che emergono a vista dai fuscelli della pianta. Benché le seconde sembrano affastellate da tantissimi tricomi, sono le prime a godere di una concentrazione maggiore. La potenza dei cristalli dei tricomi si espande soprattutto nelle “sugar leaves” che in inglese assumono questo curioso nickname per la caratteristica di possedere una elevatissima concentrazione di tricomi che gli dà sfumature di colore bianco in superficie.
Gli scarti della cannabis come le foglie, ma anche – per esempio – i residui del trimming (decarbossilati), possono essere utilizzati per preparati come infusi e bevande a base di canapa.
Fare il latte di cannabis: elementare. Prendete del latte da un classico bricco, o un sostituto vegetale a base di soia, mandorla, avena o cocco, portatelo a ebollizione e aggiungete le foglie di canapa. Lasciate il tutto in infusione per un intervallo di 30-45 minuti e poi scolate la miscela in un contenitore in cui potrete conservare il latte alla canapa, sempre in corrispondenza alla data di scadenza scritta sul bricco originale.
Tè o infuso: la preparazione non è molto diversa da un classico infuso o tè. Basta aggiungere qualche foglia di maria all’acqua in ebollizione, lasciando riposare l’infuso o il tè aromatizzato alla cannabis per circa 30 minuti. Attenzione: i cannabinoidi non sono solubili in acqua. Per cui bisognerà impegnarsi in un’ulteriore preparazione, quella del bhang. Il “bhang” è una pasta dalle origine antichissime, tutt’oggi utilizzata nelle cerimonie religiose dai seguaci del Dharma, che si produce facilmente pestando in un mortaio foglie, semi e infiorescenze (decarbossilate) della canapa e foglie di tè (o dell’infuso scelto). Lasciate riposare il tutto a temperatura ambiente per 30-45 minuti. Alla fine unite la miscela all’interno di un infusore all’acqua portata in ebollizione, o al latte. In questo modo i cannabinoidi si saranno legati al grasso aggiunto e potranno infondere le loro proprietà al tè o infuso. Infine, dopo circa 15 minuti, prendete la miscela, setacciatela, e poi aggiungete note gradevoli, a vostro piacimento, nel liquido (zucchero, cannella, miele).
Con le foglie di canapa è possibile anche preparare bevande alcoliche di gran qualità. Abbiamo già parlato in generale delle birre alla canapa e di quella artigianale prodotta proprio dall’azienda Everweed in questo articolo: Birra alla Canapa: Curiosità e Caratteristiche; ma con la cannabis si può preparare, oltre alla birra, anche un ottimo liquore della famiglia dei digestivi alle erbe. Per prepararlo servono ovviamente le foglie di marijuana, acqua, alcol puro, zucchero, zenzero e spezie (noi consigliamo un classico mix di coriandolo e cumino).
Alcuni apprezzano aggiungerci anche una stecca di liquirizia o di cannella, ma personalmente le riteniamo coprenti, quindi preferiamo non inserirle nella nostra ricetta. La grammatura dei vari ingredienti ovviamente dipendono dalla quantità finale che si desidera produrre. In via generale diciamo che le foglie di cannabis stanno in un rapporto di circa 1:3 rispetto alla quantità di zucchero e di 1:6 rispetto alla quantità di alcol e acqua. Per esempio: 150 gr di foglie, 500 di zucchero, 1 litro di acqua e 1 litro di alcol.
La foglia di cannabis può essere utilizzata sia fresca che essiccata (l’essiccazione attenuerà il sapore forte della foglia di cannabis fresca). Le foglie di cannabis poi saranno fatte macerare per due settimana all’interno dell’alcol, in un contenitore chiuso. Il macerato verrà filtrato e messo nello sciroppo ottenuto dall’ebollizione dell’acqua con lo zucchero, che si è sciolto. Il composto finale dovrà riposare per circa un giorno per poi essere gustato magari durante un fine pasto particolarmente conviviale.
Con le foglie di canapa si possono produrre non solo bevande ma anche alimenti utili per ricette di varia natura. All’interno degli edibili, la marijuana è spesso utilizzata per produrre dolci e insalate.
Partiamo dai dolci. Il procedimento da seguire è quello tradizionale sia che si desideri preparare una torta o dei biscotti. Quello che cambia, similmente al discorso delle bevande, è la tipologia del burro utilizzato, che sarà ovviamente cannabutter.
Come abbiamo già ripetuto più volte la cannabis non è idrosolubile e quindi i tricomi macinati insieme agli steli e alle foglie di canapa vanno aggiunti al burro dentro a una pentola, con un po’ di acqua in rapporto 1:4 a favore dell’acqua. Il burro surriscaldato si scioglierà legando, tramite il calore, con gli estratti della marijuana. Altra nozione importante: ricordarsi che il punto di ebollizione deve si deve raggiungere lentamente per non disperse i principi e gli aromi delle essenze all’interno del liquido. Una volta pronto (ve ne accorgerete perché una parte più densa si separerà dal liquido) è giunto il momento di filtrare il liquido in un contenitore e spremere quel che resta del composto a base di cannabis. Come ultimo step bisogna far sedimentare il liquido in frigorifero perché si solidifichi. È consigliato consumare il burro di cannabis entro due settimane.
C’è anche chi utilizza la foglia di maria in insalata. Nelle foglie mangiate a crudo il THCA non si trasforma in THC quindi non c’è il rischio di sballarsi. Il sapore e il retrogusto della foglia di cannabis è amaro, per cui vi consigliamo di inserire in insalata altri prodotti vegetali (o non vegetali) che creino un contrasto e quindi un buon equilibrio a livello gustativo.
Altra ricetta che molti appassionati stanno “rivisitando” è quella del classico frullato di frutta mattutino al quale vengono aggiunte una o due foglie fresche. Ma la rivisitazione delle ricette con l’aggiunta delle foglie non finisce qui.
Un piatto a base di foglie di marijuana che sta andando molto di moda nei ristoranti degli States è la foglia di marijuana fritta. La preparazione non è diversa da quella più tradizionale delle foglie di salvia fritte. Bisogna preparare una classica pastella, immergere le foglie di canapa e friggerle nell’olio bollente. Chi volesse può arricchire la ricetta con del sale aromatizzato al CBD che lo si ottiene spruzzando un po’ di olio di CBD sul sale utilizzato per insaporire le foglie fritte.
Produrre creme, pomate e oli a base di canapa negli ultimi anni è abbastanza di moda. Ovviamente si tratta sempre di cosmetici a base di canapa. Ci piace ricordare che l’uso di creme a base di cannabis per il benessere del corpo è un’usanza antica risalente alle civiltà dell’Egitto e dell’India che usavano tali pomate e creme come palliative per fronteggiare infezioni e infiammazioni.
Oggi si è (ri)scoperto che i prodotti cosmetici a base di foglie ed essenze di canapa possono dare grandi benefici alla cute, sfiammando ed eliminando eccessi di sebo che inducono la pelle in superficie a seccarsi. Oltre ad avere un’azione efficace contro le infiammazioni della pelle e contro l’acne (THC e CBD agiscono sia come antinfiammatorio a livello cutaneo sia come regolatori nella produzione di sebo a livello cutaneo), altri studi scientifici hanno dimostrato che i prodotti della cosmesi a base di foglie di canapa, grazie ai principi attivi dei cannabinoidi acidi quali D9-THC, CBN, CBG e il CBD stesso, possono essere utilizzati come rimedio per la psoriasi e la micosi.
Una crema a base di foglie di canapa è facile da produrre anche in casa. A livello teorico è importante ricordare di triturare foglie e steli della pianta e mescolarli a un grasso (per esempio il burro di karité) precedentemente fuso. Poi bisogna lasciare sobbollire a fuoco lento la miscela per circa mezza giornata o un giorno intero. Una volta che la miscela raggiunge un colore grigio-verde, è arrivato il momento di filtrare la miscela in un apposito contenitore ottenendo una sorta di olio di cannabis. Questo olio, successivamente, verrà versato in un altro contenitore dove, nel frattempo, è stata fatta sciogliere della cera. Come ultimo passaggio è importante ricordarsi di aggiungere oli essenziali alla miscela composta da olio di canapa e cera.
anche questi sono prodotti sempre più ricercati nel campo della cosmesi. Si ottengono grazie a un procedimento di distillazione delle infiorescenze ma anche del fogliame e, più di preciso, delle foglie apicali della marijuana, cioè quelle più “tozze” e compatte che chiudono il ramo in cima. L’olio di canapa è di colore giallo deciso e con richiami al verde, ed è costituito da una serie di componenti chimiche variabili in base alla caratteristica della pianta da cui è stato prodotto.
Solitamente negli oli di canapa troviamo sostanze come il delta-9-tetraidrocannabinolo, l’omega 3 e omega 6, acidi grassi e svariate vitamine fra cui spiccano la E, la B1 e B2. Tutte sostanze fondamentali per regolare e migliorare disturbi del metabolismo o problemi cardiovascolari.
Può darsi che di tutti i consigli sopra elencati per riutilizzare lo scarto delle foglie di cannabis non ce ne sia uno che abbia attirato la vostra curiosità: per un fatto di gusti o più semplicemente per una questione di tempo libero a vostra disposizione. Però sappiate che se siete dei produttori, per hobby o professione, un modo per riutilizzare le foglie di canapa c’è sempre ed è al cento per cento ecosostenibile: compostare le foglie di cannabis in disavanzo. Basta una semplice compostiere e la volontà di dare a queste foglie un nuovo ciclo di vita riducendo il vostro impatto sull’ambiente.