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ToggleLa crescita di una pianta di cannabis dipende da diversi fattori: il clima, l’altitudine, le escursioni termiche, la ritenzione idrica, l’acqua ed il suo ciclo vitale, ma non solo. Sicuramente è molto importante la scelta del terreno dove si decide di coltivare cannabis.
Comunanza è un comune italiano, circa 3mila anime arroccate tra i Monti Sibillini, a 448 metri di altitudine nell’appennino umbro-marchigiano, provincia di Ascoli Piceno. Ha la stessa radice di Comune, che deriva da latino, che significa “complesso di persone che convivono o sono legate da un comune vincolo”, “l’essere comune a più persone” e forma embrionale, più piccola, di governo autonomo, cittandino.
Comunanza, attraversata dal fiume Aso, ha una storia fatta di sussitenza e resistenza, fondata sull’agricoltura e la pastorizia la prima, distinta dalla lotta partigiana la seconda. E poi i terremoti frequenti, che hanno sconvolto i suoi abitanti, l’ultimo nel 2017, rendendo – chi ha scelto di rimanere – da resistente a resiliente come i loro bovini (quelli di razza marchigiana) che venivano utilizzati per trainare i carri in legno spesso fino a metà del XX secolo.
È qui che l’azienda agricola Everweed, nel 2018, ha scelto di gettare le sue fondamenta, per coltivare cannabis. Mentre i giovani del luogo fuggono verso il nuovo delle metropoli, il melting-pot delle città europee e dei centri universitari (giustamente!) i tre giovani altoatesini hanno deciso di portare in queste terre semi-abbandonate la loro esperienza fatta di studio, ricerca e lunghi viaggi tra Stati Uniti, Canada e Australia, per imparare i metodi migliori nella coltivazione della cannabis.
L’agricoltura e l’allevamento – insieme all’artigianato – hanno rappresentato la colonna portante dell’economia comunanzese sino all’industrializzazione, intervenuta negli anni Sessanta. Le attività più diffuse erano la coltivazione di cereali, patate e alberi da frutto oltre alla pasotorizia. Oggi Everweed tenta di riportare la cultura dell’agricoltura in queste zone puntando tutto su quel territorio, che da sé genera un terreno per cannabis autofiorente, in apparenza ostile, che però è la carta vincente delle coltivazioni di canapa Everweed.
Frazione Conti. Appena oltre Comunanza. È un podere, un borghetto, fatto di qualche casolare ed ettari di campi coltivati (a Canapa). È qui che i tre altoatesini si spostano per piantare, curare e arare, dal centro del paesino dove vivono. Perché qui c’è il miglior terreno per cannabis: in questo areale di campi coltivati, rigenerati e rilucenti del verde della canapa, Nicola, Mirco, Giulio si impegnano tra il lavoro contadino, la manutenzione, l’amministrazione e il marketing.
Il lavoro è impegnativo, le cose da fare sono mille e le braccia operative sono solo sei, ma d’altronde la campagna, si sa, è luogo di fatica dove però la vita ha il pregio di viaggiare lentamente e può parlare un linguaggio più simile a quello di una volta, più umano e – a tratti – meno frenetico.
La nostra scelta di “migrare” in questa regione meravigliosa viene presa sulla base di alcuni punti fondementali, che diventano pilastri del loro progetto: il clima temperato con escursioni termiche che conferiscono colori e aromi unici alle piante, un terreno ideale per la cannabis incontaminato, circondati da una natura selvaggia, e l’acqua cristallina, proveniente direttamente da sorgenti di montagna, che produce un terreno per cannabis autofiorente, più che adatto. Elementi che regalano, in modo naturale, proprietà rare alla coltivazione della cannabis.
In questi campi l’agricolutura, causa terremoti e industrializzazione, è stata abbandonata da tempo: solo a partire dagli anni Cinquanta si possono contare quattro scosse importanti (1951, 1973, 2016, 2017) e dagli anni Sessanta Comunanza è stata al centro di un piano di industrializzazione, con importanti investimenti pubblici, per lo sviluppo del settore metalmeccanico, di gomma-plastica e del tessile. Da decenni, in questi territori di vallata – nel bel mezzo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini – la coltivazione intensiva non esiste più. Gli studi sull’ambiente indicano che l’agricoltura intensiva impatta e degrada il terreno e l’areale circostante in innumerevoli modi. La rimozione degli alberi, le tecniche di fanghiglia e bruciatura e lo sgombero delle aree forestali per creare spazio per l’agricoltura quantitativa portano a una massiccia deforestazione, all’erosione e alla perdita delle proprietà dei terreni e, di conseguenza, delle sue coltivazioni. L’abbandono, in parte, degli investimenti agricoli e della conseguente coltura intensiva, ha creato un vantaggio enorme per le coltivazioni di cannabis di Everweed, che possono crescere in un microclima speciale, protetto, e sostenibile godendo delle ricchezze minerali del suo sottosuolo, rendendolo un terreno per cannabis molto fertile.
Altro fattore ambientale che gioca a favore delle coltivazioni di cannabis di Everweed è l’altitudine. Come già abbiamo spiegato nell’articolo dedicato ai terpeni (I terpeni della cannabis), l’altitudine e il clima sono fattori indispensabili per generare combinazioni terpeniche che conferiscono sapori e profumi unici alle piante di chi vuole coltivare cannabis. I campi coltivati da Everweed sorgono a quasi 500 metri di altitudine, in una specie di “conca” circondata dai monti del Parco Nazionale che le fanno da corolla ed evitano che le piante vengano bruciate dal vento. Tutto è in simbiosi qui e crea una sorta di catena ambientale naturale che favorisce una ricca produzione di Canapa, in condizione microclimatiche uniche e difficilmente ripetibili altrove. Ennesimo aspetto che dà a questi campi il privilegio di godere del terreno ideale per coltivare cannabis.
L’acqua, con cui Everweed alimenta la popria coltivazione di cannabis, nasce dal territorio: precisamente dal sottosuolo. E in quel sottosuolo farà ritorno, fino ad abbeverare le radici delle piante: un ciclo vitale che si autogenera, dato che i coltivatori altoatesini hanno scelto di non irrigare le piante con acqua proveniente dalla rete idrica, inevitabilmente contaminata, ma di estrarla da sette metri sotto il livello del suolo, dove le vene ai piedi delle montagne regalano acqua purificata, cristallina e ricca di minerali. Una scelta meno “comoda” ma preziosa per la qualità del prodotto finale.
Comunanza è stata una scelta azzeccata (e anche un po’ romantica), certamente non facile, ma lungimirante dei tre altoatesini. Per chi fa coltivazione la diversità biologica – la famosa “biodiversità” – è una risorsa fondamentale, sinonimo di qualità e visione proiettata nel futuro. Ambienti diversi, puri, cristallini, assieme a sistemi colturali precisi e ben pianificati sono la garanzia della qualità dei prodotti Everweed e del nostro lavoro.